Collegno Fòl Fest: Marco Cavallo è nel Parco dell’ex manicomio

Collegno Fòl Fest: Marco Cavallo è nel Parco dell’ex manicomio

arci ovest 19-05-2023

Collegno Fòl Fest
Marco Cavallo è nel Parco dell’ex storico manicomio, alla Certosa Reale

La libertà è un cavallo azzurro! La libertà è Marco Cavallo, la scultura simbolo della lotta a favore della chiusura dei manicomi, icona della seconda edizione della Collegno Fòl Fest, la festa dedicata alla salute delle menti, promossa da Città di Collegno, AslTo3, ARCI Valle Susa-Pinerolo aps, Cooperativa il Margine, Lavanderia a Vapore.

Il cavallo azzurro è arrivato questa mattina, venerdì 19 maggio, all’ombra di quello che fu uno dei più noti manicomi d’Italia. Avrebbe dovuto incontrare la città domani, ma l’evento è posticipato a causa dell’allerta meteo. Resterà all’Orto che Cura, nel parco della Certosa Reale di Collegno, e sarà la mascotte di artisti, scrittori, medici, performers e spettatori, fino a domenica 28 maggio.

La star, in legno e cartapesta, sfilerà in città sabato 27 maggio. Intanto trova il suo spazio d’elezione nell’area dell’antico convento che, nel 1853 fu destinato a ospedale psichiatrico, fino agli anni Ottanta del Novecento. Il legame di Marco Cavallo, con le strutture di detenzione dei malati psichiatrici, qui prende forma: furono proprio gli internati che lo realizzarono nel 1973, a Trieste, nell’ospedale diretto da Franco Basaglia, titolare della legge che, nel 1978, dettò una svolta nella gestione della malattia mentale.

Alla Collegno Fòl Fest porta la testimonianza che si può sempre sognare.
E a incarnare desideri, prospettive, opinioni, ricerca, espressione artistica, ma anche le diverse forme di disagio quest’anno, a Collegno, sono 62 eventi, 11 mostre, 130 relatori, più di 25 artisti e di 40 musicisti, 9 giorni di occasioni per parlare di "straordinaria follia", in più di 10 punti del Parco della Certosa Reale e della città.

Cuore della festa è l’Orto che Cura, progetto ed esperienza di rigenerazione ambientale, umana, urbana, che rimedia e previene la fragilità. Negli ampi spazi della Lavanderia a Vapore, invece, la percezione della disabilità porterà 40 persone, con vissuti diversi, a confrontarsi durante 4 giorni di residenza collettiva e poi a esprimere la nuova consapevolezza raggiunta, coinvolgendo chi non ha partecipato all’esperienza.
Sul fronte scientifico, saranno la Sala Consiliare di Villa 7, l’Aula TPALL dell’Università e il Centro di documentazione sulla psichiatria dell’ASLTO3 a contenere analisi del passato e nuove prospettive future, ma anche il commosso ricordo di Alberto Papuzzi, firma di un giornalismo impegnato a raccontare la società e i lati oscuri di chi si confronta con la malattia.

L’edizione 2023 della Fòl Fest stringe ancor più il rapporto tra l’arte e le sfaccettature della mente. La festa si presenta nel Padiglione 14 della Certosa, dedicato a Mario Merz, dove è tornata a far parlare di sé l’opera realizzata dall’artista, considerato uno dei padri dell’arte povera, che ha lasciato tante testimonianze a Torino. Senza Titolo, opera del 1984, restaurata nel 2022 e aperta al pubblico in occasione della conferenza stampa, sarà protagonista anche di alcune visite guidate che ne sveleranno la storia e la tecnica.
Altro connubio tra diverse forme d’arte sarà quello dedicato ad Alda Merini, in cui si incontreranno la sua poetica, l’espressione teatrale e la fotografia, con l’esposizione di alcune immagini di scena del film La poetessa dei Navigli, di Roberto Faenza, scattate durante la lavorazione, nel Padiglione 13 della Certosa.

Le immagini sul tema dell’inclusione, dell’accoglienza, della solidarietà nei confronti di persone con disagio psichico e/o disabilità, sono protagoniste anche del concorso fotografico “Una foto X l’inclusione”, concluso lo scorso 31 marzo, con premiazione alla Lavanderia a Vapore, nel programma della Fòl Fest. La selezione delle migliori fotografie è curata da una giuria tecnica presieduta da Paolo Ranzani, fotografo di lunga esperienza anche nel reportage sociale. Toccherà ai comici di Zelig e Colorado, ospiti della serata, orchestrati da Giampiero Perone, il compito di portare leggerezza, in un programma che promette emozioni.

Ma i riflettori su inclusione e cittadinanza si accenderanno in ogni forma: performance, concerti, mostre, incontri con gli autori. E’ atteso, tra gli altri, Daniele Mencarelli, poeta, narratore e autore di Tutto chiede salvezza, da cui è tratta l’omonima serie tv di successo.

Tutto all’insegna di un cavallo azzurro, che dovrà ripartire. “Dovrà continuare a correre, altre battaglie ora lo attendono. Le diseguaglianze, le lobbies, le porte chiuse, i confini insormontabili continuano ovunque a riprodursi. Il Cavallo rischia sempre di ferirsi e di tornare a essere imbrigliato, rinchiuso, circondato da mura e filo spinato. Ma nessuno potrà mai più impedirgli di sognare e ai tanti operatori volenterosi e amorosi di sognare insieme a lui”. (Il sogno di una cosa, gennaio 2017).

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Collegno, 19 maggio 2023

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